Freud si soffermò sull’aspetto più pulsionale dell’eccitazione. Lo individuò come: “Processo dinamico consistente in una spinta (carica energetica, fattore di motricità) che fa tendere l’organismo verso una meta. Secondo Freud, una pulsione ha la sua fonte in un eccitamento somatico (stato di tensione). La sua meta è di sopprimere lo stato di tensione che regna nella fonte pulsionale. La pulsione può raggiungere la sua meta nell’oggetto o grazie a esso». Da questo punto di vista, egli distingueva l’eccitazione in due tipi: la pulsione sessuale e quella aggressiva. Egli le valutava come cariche di energie biologiche di carattere somatico che producono l’attivazione di processi psichici. Questi spingono l’individuo ad attuare dei comportamenti che gli permettano la scarica della tensione stessa.

Le teorie psicanalitiche moderne hanno ampliato questa teorizzazione valutando diversi scenari di sviluppo della sessualità, tra cui l’ambiente in cui si nasce, la società circostante, i sistemi relazionali in cui è immerso l’essere umano. Anche per quanto riguarda lo sviluppo della sessualità femminile e maschile vi sono diversi contributi, che devono venire contestualizzati nel periodo in cui si studiano. Basti pensare alla concezione e libertà della sessualità femminile all’epoca di Freud. Si identificava la realizzazione femminile e quindi tutto il concentramento della libido, nel diventare moglie e madre. Ai nostri giorni, invece, la libido, il desiderio femminile si è ampliato ad aspetti lavorativi, relazionali, personali, nella possibilità di esprimere fantasie e godimenti, allo stesso modo della sessualità maschile.

Nella teoria cognitiva la sessualità è una forma di conoscenza di sé e dell’altro, per cui si valuta un aspetto più relazionale. Implica l’attivazione di processi cognitivi, comportamentali, corporei ed emozionali, sempre all’interno di una relazione. È solo nel momento in cui l’esperienza si discosta da ciò che noi desideriamo che si crea il disagio che a lungo andare diventa un problema.

Ma che cos’è l’eccitazione?  

Per Antonio Imbasciati (membro ordinario SPI-IPA), essa è una prerogativa molto individuale, in cui ciò che eccita è legata al significato che una certa “configurazione sensoriale” assume per quell’individuo. E’ come una lettura delle memorie interne di ogni individuo e di come elabora quei ricordi, tracce di senso. È una fantasia erotica che giunge dall’inconscio ed è l’insieme delle esperienze sensoriali, relazionali e di come vengono elaborati.

Ogni individuo ha la sua peculiarità soggettiva nell’essere attratto, eccitato, nel provare un qualche piacere, da certe situazioni piuttosto che da altre, da certe parti del corpo, da certe forme visive, o tattili. Il provare piacere può essere legato anche a sensazioni propriocettive, a certi odori, suoni, parole, abbigliamenti e così via. La dimensione sessuale è costituita da costruzioni psichiche che, memorizzate nello sviluppo di un individuo, e, seppur, in perenne trasformazione, si sono stabilizzate come strutture costituenti la sua sessualità. Si tratta di “memorie” di sensorialità molto primitive.